La digitalizzazione non sfonda in Italia, dove per le imprese tecnologia vuol dire solo Zoom


Bruxelles – Tecnologia, questa sconosciuta. In Italia si conosce poco e, di conseguenza, si usa poco. Con tutte le ricadute negative del caso in termini di competitività. L‘edizione 2025 della guida sulla digitalizzazione in Europa realizzata e diffusa da Eurostat mostra un sistema Paese che fa fatica a tenere il passo dei tempi e dei concorrenti. L’alfabetizzazione di base stenta: solo il 45,8 per cento della popolazione italiana ha conoscenze e competenze digitali elementari. E’ questo uno dei tassi più bassi dell’Ue: solo Lituania (45,3 per cento), Polonia (44,3 per cento), Bulgaria (35,5 per cento) e Romania (27,7 per cento) ne sanno meno dei colleghi italiani.

Poca cultura e formazione aziendale

Se poi si dà un’occhiata più da vicino al mondo del lavoro, i lavoratori specializzati italiani in nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono pochi: appena il 4 per cento dell’intera forza lavoro attiva nel 2024, per il terzultimo indice a livello Ue. Solo Romania (2,8 per cento) e Grecia (2,5 per cento) sono posizionati peggio nelle nuove frontiere di business.

A proposito di business, l’Italia si colloca agli ultimi posti in Europa per imprese che ricorrono a soluzioni di intelligenza artificiale per la propria attività produttiva. Nel 2024 solo l’8,2 per cento delle imprese di tutte le dimensioni erano a ‘trazione AI’, contro una media Ue del 13,5 per cento. Dietro l’Italia solo Cipro, Ungheria, Bulgaria, Polonia e Romania.

Italia sempre agli ultimi posti nell’Ue per aggiornamenti professionali aziendali. Sono poche le imprese che offrono corsi di tecnologia e formazione in nuove tecnologie al proprio personale, appena il 17,9 per cento. Un dato, quest’ultimo, che pone l’Italia 21esima nell’Ue per formazione aziendale mirata in ciò che potrebbe rendere più competitivi.

L’e-commerce fa fatica a decollare: nel 2023 meno di tre imprese su dieci vendeva on-line

No e-commerce, il sistema Italia è solo su Zoom

Italia nella ‘top ten’ Ue per riunioni telematiche. Praticamente un’impresa su due (48,2 per cento del totale) utilizza con regolarità le piattaforme utili per meeting aziendali. Eurostat mostra dunque come le nuove tecnologie, per l’Italia, si traducano più in uno strumento organizzativo che produttivo. Ciò è vero soprattutto per le aziende grandi (quelle con più di 250 dipendenti e fatturato superiore ai 50 milioni di euro l’anno): nel 2024 in Italia il 96,3 per cento di esse sono risultate sempre connesse su piattaforme quali Zoom, Google Meet, Skype, Webex.

Per il resto l’Italia conferma le difficoltà a seguire l’evoluzione tecnologica e il modo di fare impresa. In un mondo e in un mercato unico europeo dove gli acquisti si fanno sempre più on-line, le imprese italiane sono tra quelle che vendono meno su internet. Nel 2024, l’Italia risulta 20esima su 27 per vendite telematiche. L’e-commerce è motivo di business per il 20,4 per cento delle imprese in attività.



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