Mancano i capitali per investire nelle startup, le associazioni chiedono all’Ue risultati concreti


Bruxelles – Creare un ambiente favorevole per gli investimenti in innovazione, utilizzare il bilancio Ue in modo strategico e favorire il contatto tra investitori, imprese e istituzioni europee in un contesto internazionale sempre più competitivo. Queste ed altre sfide sono stati gli argomenti al centro dell’iniziativaEU Venture Capital Outlook: Investment & Innovation for the Future”, tenutasi questa mattina (29 aprile) presso il Parlamento Europeo.

L’evento, organizzato da Italian tech alliance, l’associazione italiana del Venture capital, assieme alle altre associazioni di settore dei principali Paesi europei (la francese France digitale, la tedesca Startup verband e la spagnola Adigital), ha approfondito la questione degli investimenti in innovazione e startup, fondamentali per il rilancio del digitale europeo che, come ha già sottolineato il rapporto Draghi, soffre pesantemente per la competizione con gli Stati Uniti e la Cina. Nonostante l’Europa sia ancora all’avanguardia, rispetto al resto del mondo, per quanto riguarda gli investimenti ad alto rischio (importanti per lo sviluppo delle imprese hi-tech), il divario con il mercato statunitense resta importantissimo, mentre il livello degli investimenti stessi nel 2024 è stato il più basso dal 2020.

La situazione potrebbe tuttavia migliorare se misure adeguate dovessero essere intraprese nel breve periodo: come rileva il report realizzato da Growth capital, nel primo trimestre 2025 in Ue il numero di round è rimasto stabile, accompagnato da una buona partenza in termini di importo investito (17 miliardi), in linea con gli ultimi quattro trimestri, con quasi la metà del capitale investito in Europa  riconducibile a round superiori a 100 milioni di euro. Ciò significa che l’ecosistema degli investimenti diretti alle startup competitive si sta stabilizzando, il che può costituire un fattore di attrazione per gli investitori, specialmente verso i settori strategici dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie di difesa, che stanno già sperimentando una fortissima crescita.

“L’Unione Europea può e deve credere maggiormente nella propria capacità di essere protagonista a livello globale” ha dichiarato Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance, commentando il report: “Il 2025 può essere un anno di risultati. Stiamo lavorando al varo del ventottesimo regime valido in tutta l’Unione Europea e al raggiungimento di una maggiore indipendenza strategica europea in fatto di hardware, servizi di cloud e applicazioni. È necessario che dopo le belle dichiarazioni di intenti del 2024 si passi ai fatti”.

All’incontro è intervenuto anche Tomas Vaclavicek, membro della Task force su startup e scaleup presso la Commissione Europea, che ha sottolineato l’importanza di attrarre capitali dai fondi nazionali di investimento e di semplificare le regolamentazioni sugli investimenti in innovazione, che limitano l’afflusso di capitali nel vecchio continente. La carenza di capitali per lo sviluppo dei settori competitivi è un problema serio in Ue, e non può essere risolto dal bilancio comunitario, come ha sottolineato Caroline Vandierendonck, responsabile della Task force della Commissione Ue per il Bilancio: “Il capitolo di spesa dedicato all’innovazione per i prossimi anni è soltanto l’8 per cento del budget totale, vorremmo fare di più ma le nostre risorse sono limitate, ci serve un mercato dei capitali forte per raggiungere risultati importanti”.



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