Piovono 20 miliardi dall’Europa sulle politiche abitative, arriva a Palermo la Commissione speciale europea – BlogSicilia


Presto la Commissione speciale europea che si occupa di politiche abitative sbarcherà a Palermo. Verrà a verificare gli interventi fatti proprio nel settore abitativo con i fondi comunitari. E’ uno dei passaggi del lavoro proprio della commissione con un incarico da 12 mesi per produrre una nuova normativa europea che si occupi di emergenza abitativa, disagio e diritto alla casa. L’Europa prepara un piano da 20 miliardi di euro per tutti gli Stati. E’ solo una delle notizie date da Marco falcone l’ex assessore regionale alle Infrastrutture prima e all’Economia dopo, oggi europarlamentare del Ppe ospite di Talk Sicilia in collegamento da Parlamento di Strasburgo grazie anche al supporto tecnico di Vox, la struttura video del Parlamento.

Con Falcone abbiamo parlato anche di un’altra direttive europea che prevede due interventi contro le calamità naturali, della semplificazione delle procedure comunitarie per evitare che vadano persi i fondi europei e del riarmo appena deliberato dall’Europa che di fatto metterà in campo le Forze armate europee ma, ci garantisce Falcone, senza toccare i fondi di coesione

Via libera al riarmo europeo

“Più che di riarmo noi siamo stati molto chiari come delegazione di Forza Italia Italiana all’interno del Partito Popolare. Per noi bisogna invece attuare un piano di difesa e lo abbiamo fatto votando il libro bianco che consegna alla Commissione europea e alla Presidente Von der Leyen un chiaro obiettivo da sempre perseguito anche dal nostro segretario nazionale Antonio Tajani e dal Presidente Silvio Berlusconi. La difesa europea rappresenta la sicurezza dei nostri 27 Paesi membri. Dalla sicurezza passa la crescita di un territorio e dalla crescita di un territorio passa anche la competitività. Per cui è tutto un programma che noi mettiamo in campo per garantire da un lato sicurezza ma dall’altro lato anche crescita

Il rischio che si intacchino i fondi ad esempio della Sicilia

“Guardi direttore è stato chiarito, e lo abbiamo messo come punto fermo, che i soldi della coesione non si toccano. Gli 800 miliardi saranno presi 150 da un prestito che farà l’Unione europea e altri 650 miliardi di euro saranno presi invece sull’aumento del PIL e quindi la spesa per la difesa in ragione del PIL di ciascun Paese membro. In questo senso noi oggi possiamo creare le condizioni perché, anche tramite una difesa comune possiamo aumentare la competitività delle nostre aziende”.

“Non è un piano di riarmo ma un piano di difesa. Non serve a fare guerre ma a garantire la sicurezza non soltanto di un singolo Stato, ma di tutti i 27 Paesi membri dell’Unione europea”.

Il piano contro le calamità naturali

“Fra i tanti traguardi che vogliamo raggiungere in questa legislatura che va fino al 2029 c’è quello di fronteggiare le grandi tragedie climatiche. Ce n’è stata una purtroppo qualche mese fa in Spagna, ma ne possono capitare decine ormai a seguito del cambiamento climatico. Ci rendiamo conto che gli eventi calamitosi sono sempre più frequenti e più numerosi”.

“In questo senso ci sono due direttrici che stiamo intraprendendo. La prima creare un fondo speciale per poter fronteggiare queste calamità. L’altra è il ragionamento che si sta facendo con le grandi realtà assicuratrici per vedere se possono intervenire in un connubio fra pubblico e privato per poter fronteggiare e per poter eventualmente indennizzare i danni quando  le calamità si abbattono su persone, cose o se vogliamo anche realtà imprenditoriali”.

La semplificazione burocratica delle pratiche europee

In Italia si parla tanto di semplificazione amministrativa ma in Europa le procedure burocratiche sembrano ancora più farraginose e questo è uno dei problemi legati anche alla perdita dei fondi comunitari. Ma l’Europa non sembra avvertire questa farraginosità

“Direttore, lei mette il dito nella piaga ed è una piaga che non è né siciliana né italiana ma europea. Non a caso il presidente Von der Leyen ha voluto, tra le lettere di missione assegnate ai vari commissari, puntualizzare la semplificazione come obiettivo cioè puntare sullo snellimento e sull’abbattimento degli oneri normativi. Si dice a una nuova norma dentro, due fuori. Questo proprio per semplificare gli oneri normativi ma anche per semplificare la burocrazia. Oggi, purtroppo, non soltanto la Sicilia o l’Italia hanno la “buro patologia”, questa malattia di eccesso di burocrazia si riscontra anche negli altri 26 Paesi membri oltre all’Italia. Per cui in questo senso lo snellimento, la semplificazione rappresentano un elemento e un altro traguardo dell’attuale Governo europeo”.

“Molte volte i fondi comunitari hanno avuto un ritardo nella spesa a causa dell’eccessiva lungaggine, a causa delle eccessive rendicontazioni in questo senso, oppure delle procedure molto articolate, complesse e farraginose con le quali si devono confrontare i vari governi. E noi, e parlo per esperienza, le posso dire che abbiamo patito queste lungaggini, questi adempimenti eccessivi, burocratici. Oggi noi dobbiamo snellire, dobbiamo riuscire a semplificare tutti i procedimenti amministrativi perché dall’accelerazione dei procedimenti si ottiene certamente una ricaduta economica anche per le nostre aziende oltre che per il nostro territorio”.

Ma la Sicilia ce la farà a spendere tutti questa ma questa mole di soldi?

“Certamente sì, la Sicilia ce la farà. Ce l’ha fatta negli anni scorsi e ce la farà negli anni a venire. Vorrei ricordare che la Sicilia ha messo in campo, ma è ancora in itinere, una procedura di digitalizzazione per cui oggi riesce a onorare i suoi debiti sui pagamenti quasi puntualmente. E lo farà ancora meglio nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

Le politiche abitative,  20 miliardi europei per la casa

“Le politiche abitative sono un tema di competenza nazionale però l’Europa vuole mettere oggi attenzione alla materia. Ci sono zone d’Europa a rischio spopolamento e bisogna intervenire in questi casi ma anche per le aree interne, per le aree insulari come la Sicilia e la Sardegna ad esempio, ma anche per i centri storici che oggi si stanno sempre più spopolando a loro volta. Troppo spesso i tanti proprietari ritengono che sia più utile creare Bed and breakfast piuttosto che assegnare gli immobili a finalità abitative”.

“Per questo abbiamo messo in campo un “position paper” che serve appunto per chiarire qual è la nostra strategia come Partito Popolare europeo. Vi è una Commissione speciale che durerà dodici mesi e in questi dodici mesi metterà in campo tutte le strategie che dovranno essere attuate dalla Commissione europea in questo senso. Andiamo verso la semplificazione delle procedure. Andiamo verso la esenzione di numerosi oneri non soltanto normativi, ma anche finanziari e fiscali. Andiamo verso la possibilità di finanziamenti sia pubblici che finanziamenti pubblici e privati. In questo senso, mettendo in campo anche delle risorse per oltre 20 miliardi di euro della Banca europea degli Investimenti oltre all’idea di recuperare anche quelle risorse che non vengono spese dai fondi comunitari, e in questo senso immagino ad esempio il FESR o tutti quei fondi di coesione disimpegnati che magari potrebbero essere destinati opportunamente alle politiche abitative per rafforzare il diritto alla casa soprattutto nel Meridione, nelle zone mediterranee”.

La prima esperienza in Sicilia, a settembre arriva la Commissione a Palermo

“Vorrei ricordare che già la Sicilia negli scorsi anni ha messo in campo una misura (la 9.4.1) proprio per le politiche abitative. Ebbene noi a settembre abbiamo chiesto che la Commissione possa arrivare in Sicilia e specificatamente a Palermo per verificare la bontà degli interventi che i Governi regionali, prima Musumeci e oggi Schifani, hanno messo in campo. Vorrei ricordare caro direttore che la Sicilia è stata la prima Regione a utilizzare per le politiche abitative ben 233 milioni di euro. Lo abbiamo fatto col Piano nazionale di ripresa e resilienza e lo abbiamo fatto in molti di quei progetti della programmazione comunitaria precedente. Sono progetti che in questi mesi stanno vedendo la luce. Ecco, noi vorremmo far vedere alla Commissione speciale quali sono i progetti che sono stati immaginati e poi realizzati e come sono stati spese opportunamente le risorse che l’Unione europea ha assegnato non soltanto all’Italia ma anche alla Sicilia”.

“Noi lavoriamo perché dobbiamo portare risorse aggiuntive al nostro territorio e le dobbiamo portare per riqualificare le nostre aree”.

La politica siciliana

Parliamo per un attimo di politica siciliana. Come vanno le cose fra lei e il Presidente Schifani?

Guardi, direttore in una in un partito la dialettica rappresenta un elemento essenziale per la crescita. Questo significa che c’è un dibattito interno, c’è stato e magari ci sarà. Ma non significa che ci siano tensioni. Si discute per il programma. Oggi abbiamo un Governo Schifani che lavora, che riesce a dare anche delle risposte al territorio e in più abbiamo un partito, Forza Italia, che nei vari territori riesce ad avere quella aderenza cercando di interpretare i bisogni della gente e convertendoli in atti amministrativi oltre che in atti legislativi”.

Allora la butto così: ma in quel famoso pranzo fra Tommaso Calderone, Marco Falcone e Renato Schifani a Mondello che vi siete detti?

“Ci siamo detti tante cose. Una delle prime cose è quella di lavorare nell’interesse della Sicilia. Abbiamo programmato varie iniziative che vanno nella direzione di rappresentare gli interessi dei siciliani e lo possiamo fare oggi col governo della Regione. Lo facciamo anche rappresentando e portando la voce della Sicilia a Roma ma anche, mi permetto, a Bruxelles e a Strasburgo”.

Ma agli osservatori sembra che le tensioni ci siano anche nella coalizione come, ad esempio, non riesce a trovare la quadra in vista delle elezioni provinciali

“No direttore, è la dialettica normale che  attraversa una coalizione. Purtroppo è la prima volta che stiamo sperimentando queste elezioni di secondo livello e i partiti giustamente rivendicano delle posizioni nei vari territori. Dovremmo trovare la quadra. Noi con Marcello Caruso stiamo lavorando per diventare, come sempre, quel solito partito federatore anche dell’intera aspettative del centrodestra. Siamo convinti che alla fine troveremo un punto di caduta e metteremo in campo le migliori soluzioni per rappresentare al meglio gli interessi dei vari territori provinciali. Vorrei ricordare che noi rimaniamo, come Forza Italia, sostenitori dell’elezione diretta dei presidenti di Provincia, ma nelle more che ci sia questa riforma per superare La legge Delrio, lavoriamo per dare intanto una governance agli enti di area vasta che sono appunto le ex Province per poter intervenire ancora meglio e in maniera molto più puntuale nei nostri contesti provinciali. Lo faremo dal giorno 27 aprile, quando l’indomani daremo appunto i nuovi nove governi provinciali alle altrettante province siciliane”.

La video intervista integrale

Articoli correlati





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link