Il tavolo automotive, presieduto nei giorni scorsi dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha messo in evidenza il complesso processo di riforma delle politiche europee per il settore automobilistico. Con la partecipazione di Regioni, imprese, ANFIA, organizzazioni di settore e sindacati, il ministro ha sottolineato l’importanza delle iniziative italiane a supporto dell’industria, tra cui il non paper sull’automotive: questa iniziativa ha avuto un impatto significativo, portando la Commissione UE a rinviare le sanzioni previste per il 2025 e a rivedere anticipatamente il regolamento sui veicoli leggeri. Tuttavia, Urso ha avvertito che tali misure, pur essendo fondamentali, non sono ancora sufficienti per affrontare le sfide del settore.
2,5 miliardi di euro per il triennio 2025-2027
Nel corso dell’incontro, sono state presentate le risorse finanziarie destinate al settore automobilistico, con un impegno di 2,5 miliardi di euro per il triennio 2025-2027: di questi, 1,6 miliardi sono previsti per il 2025 e saranno destinati a progetti di innovazione, contratti di sviluppo e crediti d’imposta. Non è tutto: il governo ha anche pianificato 100 milioni di euro per interventi mirati sulla domanda, che saranno definiti in collaborazione con la filiera. Urso ha poi confermato che l’Ecobonus non sarà rinnovato, sottolineando l’esigenza di un piano di incentivi a livello europeo, piuttosto che nazionale.
Piano Italia Stellantis
Un altro tema centrale del tavolo è stato il Piano Italia presentato da Stellantis, che prevede investimenti significativi per il settore: quest’anno, il piano prevede 2 miliardi di euro per gli stabilimenti e 6 miliardi in acquisti da fornitori italiani, garantendo così la continuità produttiva e la stabilità occupazionale in Italia. Il ministro ha accolto con favore gli sviluppi recenti del gruppo, come l’avvio della produzione dei cambi per auto ibride a Termoli e la produzione anticipata della 500 ibrida a Mirafiori.
La battaglia di Urso
“Bisogna aprire a tutte le tecnologie disponibili, dai biocarburanti all’idrogeno – ha sottolineato Urso – Serve poi rivedere il metodo di calcolo delle emissioni, garantire l’autonomia strategica sul fronte delle batterie elettriche e incentivare la produzione Made in Europe. La battaglia è ancora lunga, ma noi non molliamo”.
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