Con i dazi di Trump, le sanzioni e le guerre in corso è prevedibile la frenata della crescita economica e le reazioni negative dei mercati finanziari e delle quotazioni in borsa.
Nelle Prospettive Economiche Intermedie dell’Ocse presentate ieri a Parigi, si legge: “La crescita globale scenderà dal 3,2% nel 2024, al 3,1% nel 2025 e al 3,0% nel 2026, con barriere commerciali più elevate in diverse economie del G20 e una maggiore incertezza geopolitica e politica che grava sugli investimenti e sulla spesa delle famiglie. La crescita annuale del Pil negli Stati Uniti rallenterà rispetto al suo forte ritmo recente, attestandosi al 2,2% nel 2025 e all’1,6% nel 2026”.
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, prosegue: “Il Pil dell’area dell’euro sarà dell’1,0% nel 2025 e dell’1,2% nel 2026, poiché l’incertezza crescente mantiene la crescita contenuta. Si prevede che la crescita in Cina rallenterà dal 4,8% di quest’anno al 4,4% nel 2026. Quanto all’inflazione, sarà più alta di quanto previsto in precedenza, sebbene ancora contenuta, con l’indebolimento della crescita economica”.
L’Ocse spiega: “Sull’economia mondiale permangono rischi significati secondo cui un’ulteriore frammentazione dell’economia globale è una preoccupazione fondamentale”.
L’Organizzazione mette in guardia sulle tariffe imposte dal presidente americano e sottolinea che aumenti più elevati e più ampi delle barriere commerciali colpirebbero la crescita in tutto il mondo e aumenterebbero l’inflazione. Un clima politico più stabile ridurrebbe l’incertezza, mentre una diminuzione delle tariffe rispetto ai livelli attuali unita a riforme politiche strutturali più ambiziose potrebbero rafforzare la crescita.
L’Ocse prosegue la spiegazione: “I recenti indicatori di attività hanno iniziato a indicare una flessione delle prospettive di crescita globale. In particolare, la fiducia di imprese e consumatori si è indebolito in alcuni Paesi e gli indicatori di incertezza della politica economica sono aumentati notevolmente in tutto il mondo. Le pressioni inflazionistiche continuano a persistere in molte economie. L’inflazione dei servizi è ancora elevata, con mercati del lavoro tesi e l’inflazione dei beni sta risalendo da livelli molto bassi”.
Il capo economista dell’Ocse, Alvaro Santos Pereira, durante la conferenza stampa, ha dichiarato: “Se il pianeta diventa più protezionista ovviamente l’Italia ne soffrirà. Fino ad oggi i dazi non hanno avuto un impatto enorme sull’Italia”. Poi ha precisato: “I dati sulla crescita presentati ieri non tengono conto degli ultimi annunci di Washington. Al momento infatti, la possibilità di dazi è stata soltanto evocata dall’attuale amministrazione Usa ma non ancora messa in pratica. Speriamo che ciò non accada”.
Nelle sue stime, l’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica per l’Italia, in linea con i dati relativi l’economia globale. Per il 2025 l’organizzazione pronostica un aumento dello 0,7% del Pil, cui dovrebbe seguire un aumento dello 0,9% nel 2026. Le previsioni quindi, risultano, rispettivamente, di 0,2 e 0,3 punti percentuali più basse rispetto alle stime dello scorso dicembre. Anche i numeri sull’inflazione sono stati rivisti al ribasso. Quest’anno dovrebbe crescere dell’1,7% e nel 2026 dell’1,9%, rispetto al 2,1% e al 2% previsti a dicembre.
A confermare le preoccupazioni dell’Ocse per l’Italia, l’Associazione Bancaria Italiana, nel suo rapporto mensile spiega: “A febbraio 2025 i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dello 0,6% rispetto a un anno prima, in lieve attenuazione rispetto al -0,7% del mese precedente. Il rallentamento della crescita economica, confermato dai recenti dati ufficiali, contribuisce a deprimere la domanda di prestiti”.
In tutto ciò è evidente che il quadro economico e lo scenario internazionale sono condizionanti fino a dettare le scelte politiche. In questo modo si riduce la capacità delle democrazie nel soddisfare le esigenze di benessere dei cittadini e delle classi sociali più fragili prospettando un futuro di sacrifici e di rinunce. E’ chiaro che queste logiche non reggono e contribuiscono ad affossare la democrazia, facendo riemergere i fantasmi del passato che albergano negli estremismi di destra e nelle ideologie neofasciste che si sono affermate anche negli Stati Uniti dove gli americani hanno scelto personaggi come Donald Trump ed Elon Musk.
Salvatore Rondello
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