Mobile, gli Stati Uniti sono diventati il secondo mercato di sbocco. Lo studio di Intesa Sanpaolo in occasione del Salone a Milano




Ultim’ora news 8 aprile ore 17


Il settore del mobile nel 2024 ha resistito meglio alle difficoltà riscontrate dai mercati rispetto all’intero settore manifatturiero: il fatturato ha registrato un calo dell’1,2% a prezzi correnti, contro il 3,4% della manifattura (al netto dei prodotti petroliferi). Gli arredi si confermano come una delle punte di diamante dell’export italiano e l’anno da poco concluso ha visto gli Stati Uniti assurgere a secondo mercato di sbocco: per le prospettive sul 2025 molto dipenderà dalle decisioni di politica commerciale dell’amministrazione Trump. Queste le principali evidenze di uno studio del Research Department di Intesa Sanpaolo, preparato in occasione del Salone del Mobile.

Il mercato interno tiene ma rallenta, bene export verso gli Usa

Il mercato interno, per quanto in fisiologico rallentamento dopo l’exploit degli anni pandemici, ha potuto beneficiare ancora della presenza degli incentivi fiscali a supporto delle ristrutturazioni edilizie (con un tetto di spesa di 5 mila euro per mobili e grandi elettrodomestici). Secondo i dati Istat, il fatturato domestico ha registrato una lieve contrazione (-0,8%). Per quanto riguarda le esportazioni (con le vendite all’estero in calo del 2,6% a prezzi correnti), nel 2024 si è osservata una buona tenuta del mercato statunitense (+1,2%), assurto al secondo sbocco commerciale dopo la Francia ma prima della Germania – area, quest’ultima, dove la contrazione è stata particolarmente significativa: -7,9%. Ottimi poi i risultati dei mercati medio-orientali: Emirati Arabi Uniti (+23,4%) e Arabia Saudita (+18,5%) rientrano ormai stabilmente nei primi 15 Paesi di destinazione dei mobili Made in Italy.

Il lusso non teme il rallentamento dell’economia

A fare da traino sui mercati internazionali è soprattutto la fascia alta della gamma produttiva dove le imprese italiane sono molto competitive, con una quota di mercato sull’export mondiale di prodotti a prezzi elevati che, nel caso del mobile, raggiunge nel 2023 quasi il 10% (a fronte di una quota del 4,7% sui prodotti di fascia medio-bassa).

Un modello italiano di successo

Risultati resi tutti possibili dalla forza delle filiere del Made in Italy e dalla concentrazione della produzione in aree a elevata specializzazione. Il design, in particolare, rappresenta una competenza chiave per il Made in Italy, a servizio di un ampio spettro di attività. Oltre agli elevati investimenti interni alle imprese, l’Italia, infatti, è il primo Paese europeo per le attività di design specializzato: 6,3 miliardi di euro di fatturato (il 16,4% del totale dell’Europa dei 27), con poco meno di 70 mila addetti, quasi il 20% del totale europeo (segue la Francia con 55 mila addetti e la Germania con 53 mila).

Nel 2025 c’è cauto ottimismo ma molto dipende dalle decisioni sui dazi

Le prospettive per il 2025 sono di cauto ottimismo, soprattutto per quanto riguarda la ripresa dell’Eurozona. Il progressivo rientro dell’inflazione e il taglio dei tassi d’interesse dovrebbero consentire un recupero dei consumi europei, con ricadute positive anche sulla filiera del mobile. Rimane, tuttavia, l’ombra lunga proiettata dalla politica commerciale degli Stati Uniti: le stime del Research Department di Intesa Sanpaolo, basate sull’elasticità al prezzo delle importazioni americane, evidenziano a fronte di un dazio del 20% un rischio di riduzione delle esportazioni italiane di legno-arredo tra l’1,5% dei mobili per ufficio e il -2,8% dei mobili imbottiti. Si tratta di stime che però non tengono conto del fatto che l’offerta italiana, come già ricordato, è costituita perlopiù da prodotti di design di fascia alta e della capacità di reazione delle imprese italiane, sia nell’aggiustare i propri listini sia nel cercare nuove destinazioni.

Da difficoltà internazionali anche nuove opportunità

I rischi geopolitici potrebbero parallelamente portare all’esplorazione di nuovi mercati: a conferma di questa tendenza, un’indagine della Banca condotta sfruttando la rete degli specialisti all’internazionalizzazione, evidenzia come le imprese italiane si stiano già muovendo su questo fronte, guardando con crescente attenzione a nuove rotte commerciali vicine e lontane, tra le quali spiccano India e Nord Africa.

Anche nel 2025 il design italiano del mobile avrà successo

«Nonostante un quadro commerciale meno prevedibile, i mercati internazionali continueranno a svolgere un ruolo chiave per la crescita dell’industria italiana dell’arredamento», commenta Stefania Trenti, responsabile Industry & Local Economies Research Intesa Sanpaolo. «La propensione all’export del settore del mobile si confermerà infatti elevata, collocandosi attorno al 45% nell’orizzonte del 2025, per un valore delle esportazioni che potrà raggiungere gli 11,7 miliardi di euro (sostanzialmente in linea con il 2024). Si manterrà ampiamente positivo anche il saldo commerciale, che nel 2025 si attesterà a 8,6 miliardi, in forte crescita sul 2019 (+744 milioni euro).» (riproduzione riservata)



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