Design e innovazione sono profondamente connessi: mentre l’innovazione fa proprie le metodologie del design per prendere forma, il design fa riferimento continuo all’innovazione per aumentare la competitività delle proprie soluzioni.
Tra le leve che consentono di stimolare l’innovazione, l’introduzione di nuove tecnologie, a partire dall’intelligenza artificiale, si afferma come un potente acceleratore. A evidenziarlo è il rapporto “Design Economy 2025”, presentato da Fondazione Symbola, Deloitte Private, POLI.design, ADI Associazione per il Disegno Industriale in collaborazione con Comieco, AlmaLaurea, CUID, con il patrocinio del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Ecco i dati emersi dalla ricerca, diffusa il 2 aprile 2025, a ridosso della Design Week (Salone del Mobile) di Milano, dall’8 al 13 aprile.
Design e intelligenza artificiale: la usano 4 operatori su cinque
L’80% degli operatori di design intervistati utilizza strumenti di intelligenza artificiale: il 35,9% in maniera ampia e trasversale e il 43% limitatamente ad alcuni processi produttivi.
La quota di utilizzatori è considerevolmente più elevata nel caso delle imprese che non dei progettisti (88,9% contro 53,5%). Molto più ridotta risulta la quota degli operatori che non utilizzano alcuna soluzione di AI, scesa al 6,8% dal 21% della scorsa rilevazione (quota in calo anche per i progettisti, anche se in misura meno accentuata: dal 27% al 21,2%).
Design e intelligenza artificiale: i vantaggi
Chi la utilizza, considera l’intelligenza artificiale un valido alleato per la competitività del business. Per una quota di operatori intervistati pari al 72,2% il principale vantaggio dell’intelligenza artificiale è quello di consentire una riduzione del tempo di sviluppo di un progetto (ad es. con la progettazione generativa). Altro vantaggio, secondo il 42,5% delle risposte degli intervistati, è minimizzare gli errori, ad esempio tramite la correzione automatica, i suggerimenti intelligenti, la valutazione dei test di usabilità.
L’assistenza nel processo di creazione tramite la raccolta e l’elaborazione di input e stimoli propri del processo creativo è stata indicata quale vantaggio dal 38,2% degli intervistati.
Oltre al focus sull’AI per il design, il rapporto di Fondazione Symbola e Deloitte Private esplora la situazione del settore del design in Italia, con aggiornamenti e cifre. Ecco i punti salienti.
Design italiano leader in Europa
Il design italiano si conferma leader in Europa per fatturato e numero di addetti, con una quota del 19,8% del mercato UE. Nonostante questo primato, l’Italia cresce a un ritmo più lento rispetto a Francia e Germania e presenta imprese di dimensioni mediamente più ridotte.
Milano rafforza il suo ruolo di capitale del design, concentrando il 18,6% del valore aggiunto nazionale e ospitando il Salone del Mobile, la più grande manifestazione mondiale del settore. Il legame tra design e made in Italy, forte nei comparti dell’arredo, della moda e della meccanica, resta un elemento distintivo, ma la competizione internazionale impone di puntare su innovazione e crescita dimensionale.
Un settore concentrato al Nord
Il settore del design in Italia è altamente concentrato nelle regioni del Nord, in particolare in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. La Lombardia da sola genera quasi un terzo della ricchezza nazionale del comparto, trainata da Milano. Tra le città, Torino e Roma seguono nella classifica del valore aggiunto prodotto. Alcune province come Reggio Emilia, Verona e Venezia registrano tassi di crescita particolarmente vivaci rispetto al periodo pre-Covid.
Design e packaging
Il design si afferma inoltre come leva trasversale, trovando applicazioni crescenti nei settori dell’healthcare, del packaging e negli allestimenti temporanei, rispondendo alle nuove esigenze di sostenibilità e user experience.
La formazione
Anche sul fronte formativo il design italiano è in forte espansione: sono 97 gli istituti che offrono corsi dedicati, in crescita del +2% rispetto all’anno precedente, con un +9% nel numero complessivo di corsi attivati. Cresce l’attenzione verso tematiche emergenti come la sostenibilità e l’innovazione sociale, e si consolidano nuove figure professionali legate alla trasformazione digitale, come il prompt designer e il digital content strategist. Questa evoluzione formativa accompagna la trasformazione del mercato del lavoro, che richiede competenze sempre più specialistiche e integrate con le tecnologie avanzate.
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