Il risiko delle banche e i rischi nascosti (se dimentichiamo imprese e famiglie)


Il mercato è vivo ma il sistema bancario ha come ruolo centrale, soprattutto in Italia, quello di finanziare gli investimenti, affiancare le imprese nella crescita e le famiglie. Questo focus non va perso. Altrimenti pagaheremo tutti il conto…

La raffica di offerte pubbliche che sta ridisegnando il sistema bancario dice sicuramente di un mercato vivace. E di un mercato dove il vero tesoro dell’Italia, oltre alla sua capacità di esportare (quarti al mondo) e di produrre (seconda manifattura in Europa) è il risparmio. Dai conti correnti alle gestioni.
Unicredit vuole Banco Bpm, Mps vuole Mediobanca, Banco Bpm vuole Anima, Ifis vuole illimity, Bper vuole Popolare Sondrio. Le battaglie sono appena cominciate e in tutti i casi la Borsa scommette sui rilanci, tanto per cominciare. E qui siamo sul fronte del risiko, gioco nel quale contano anche i dadi e la fortuna.
C’è poi l’economia reale, quella delle imprese e delle famiglie. I segnali dicono di un rallentamento dei prestiti, perché l’orizzonte di incertezza cresce e tutti sono già molto preoccupati per il dopo Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che finisce nel dicembre 2026. Se in Borsa conterà chi raccoglierà più azioni, per l’industria il tema è un altro: che cosa succede a un’impresa che attualmente ha come banca di riferimento Banco Bpm o Unicredit o una delle banche alle prese con la guerra dell’Opa?

I rischi che ci sono

Teoricamente nulla, ma è abbastanza probabile che l’imprenditore in questione si possa sentire disorientato, ad esempio, per capire cosa succede sul fronte della concentrazione del rischio. O, semplicemente, per capire chi sarà il suo interlocutore per la gestione dei dossier. Cose normali quando si avviano percorsi di fusione tra istituti di credito, ma l’esperienza del passato dice che si può anche creare un clima di attesa, di confusione. Cosa della quale l’economia italiana non ha nessun bisogno, in questo momento.
Difficile immaginare il calendario delle offerte, che molto probabilmente vedranno sorgere più di un contenzioso legale, però la questione esiste. Le cose potrebbero concludersi, in un modo o nell’altro, in autunno. Un tempo troppo lungo. Perché è vero che gli equilibri finanziari e di potere sono determinanti, ma è altrettanto vero che il sistema bancario ha come ruolo centrale, soprattutto in un Paese come il nostro, quello di finanziare gli investimenti, affiancare le imprese nella loro crescita e le famiglie. Questo focus non va perso. Altrimenti a pagare il conto sarebbero tutti. E non è il caso.




















































16 febbraio 2025



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