Prima causa di morte in Italia e le strategie di prevenzione


Ogni anno, secondo le stime più recenti, circa 230.000 persone perdono la vita a causa di patologie legate al cuore e alla circolazione sanguigna

Daniele Particelli

Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la prima causa di morte in Italia, nonostante i progressi scientifici e terapeutici degli ultimi decenni. Ogni anno, secondo le stime più recenti, circa 230.000 persone perdono la vita a causa di patologie legate al cuore e alla circolazione sanguigna, e ben 47.000 di questi decessi sono attribuibili al mancato controllo del colesterolo.

Principali cause di morte in Italia e fattori di rischio

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Uno dei principali fattori di rischio è rappresentato dal colesterolo LDL, il cosiddetto colesterolo “cattivo”, capace di contribuire alla formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie, aumentando così il rischio di infarti e ictus. La gestione del colesterolo, però, non è l’unica strategia di prevenzione. Secondo alcuni studi recenti anche con livelli bassi di LDL può persiste un rischio cardiovascolare residuo legato trigliceridi e lipoproteina(a), sostanze che possono favorire l’accumulo di grassi nei vasi sanguigni.

Anche condizioni come obesità e diabete rappresentano fattori di rischio metabolici determinanti. Il diabete di tipo 2, in particolare, è strettamente associato a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari e di malattia renale cronica.

Strategie di prevenzione di malattie cardiovascolari

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Negli anni, complici i dati ancora oggi molto preoccupati, sono state messe a punto diverse strategie di prevenzione che coinvolgono non soltanto l’alimentazione e l’attività fisica, ma anche nuove terapie. Una dieta ricca di frutta e verdura e povera di grassi animali, ad esempio, può aiutare a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue del 10-20% e anche l’attività fisica gioca un ruolo fondamentale. Secondo la scienza bastano anche solo 150 minuti a settimana di esercizio aerobico moderato, come camminare a passo svelto, per ad aumentare il colesterolo HDL (“buono”) e a ridurre quello LDL.

Oltre alle strategie legate allo stile di vita, alcune terapie innovative si sono rivelate efficaci, a cominciare dai farmaci ipolipemizzanti che abbassano il colesterolo LDL e riducono il rischio di eventi cardiaci. I farmaci agonisti del recettore GLP-1, inizialmente sviluppati per il diabete, si sono rivelati efficaci nel ridurre gli eventi cardiovascolari anche in pazienti con obesità e senza diabete. A questa lista si sono aggiunti anche i SGLT2 inibitori, utilizzati per migliorare il controllo glicemico nei diabetici, che hanno effetti positivi anche sul cuore e sui reni.





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