Addio negozi in Piemonte: in 12 anni sparite 13 mila attività commerciali


Addio a tredicimila imprese del commercio al dettaglio tra il 2012 e il 2024 mentre sono in aumento i ristoranti

Nei soli 8 capoluoghi di provincia chiusi 3.200 esercizi

In Piemonte il commercio al dettaglio è in profonda crisi. In dodici anni, sono oltre 13mila i negozi che hanno abbassato definitivamente la serranda. A lanciare l’allarme è Confcommercio Piemonte: tra il 2012 e il 2024, in Piemonte, sono sparite oltre 13 mila imprese del commercio al dettaglio (tra negozi e ambulanti) e 594 imprese dei servizi di ristorazione (ristoranti e bar), mentre sono aumentate di 437 unità le imprese della ricettività. Tale andamento si accompagna a quello degli sportelli bancari che tra il 2023 e il 2024 sono passati da 1.626 a 1.574, mentre i Comuni serviti da banche sono passati da 440 a 422. Nei soli otto comuni capoluogo di provincia hanno chiuso, negli ultimi 12 anni, oltre 3.200 esercizi e 967 bar  mentre sono aumentati i ristoranti (+723 unità, pari al +21,31%) e i servizi di alloggio (+122 unità, pari al 30,50%). La riduzione nel commercio in sede fissa e nei bar interessa sia i centri storici sia le periferie, l’aumento dei ristoranti e dei servizi di alloggio riguarda l’intero territorio comunale.

A rischio vivibilità, sicurezza e coesione sociale

Secondo Giuliano Viglione, presidente di Confcommercio Piemonte “è in atto un gravissimo fenomeno di desertificazione commerciale che interessa l’intero territorio piemontese, a partire dai piccoli centri fino ai maggiori poli commerciali urbani, per i quali si sta prefigurando una situazione di depauperamento economico e sociale che, aggravato dalla riduzione del numero di sportelli bancari, rischia di trasformarsi in un vero e proprio declino delle città, minacciando vivibilità, sicurezza e coesione sociale”. Contrastare il fenomeno della desertificazione commerciale è uno degli obiettivi del progetto Cities di Confcommercio nazionale, cui hanno aderito anche le Ascom Confcommercio piemontesi. L’obiettivo è migliorare i centri urbani e rafforzare le economie di prossimità, promuovendo il ruolo del terziario di mercato nell’ambito di un nuovo modello di sviluppo urbano basato su sostenibilità, comunità e identità. In sintesi, le proposte di Confcommercio sono mirate alla rigenerazione dello spazio pubblico e dei quartieri, alla mobilità e logistica sostenibili al servizio della prossimità, alla realizzazione di patti locali per la riapertura dei negozi sfitti, alla gestione partecipata e collettiva delle città e all’utilizzo di tecnologie digitali per rendere più competitivo il commercio locale.

Parola d’ordine: combattere la desertificazione commerciale

“Il fenomeno della desertificazione commerciale – sottolinea Viglione – va contrastato a livello regionale con una strategia articolata e supportata da risorse economiche continuative e adeguate, a partire dalle misure di politica attiva, quali ad esempio i distretti urbani e i distretti diffusi del commercio, da una urgente riforma della normativa commerciale e urbanistica risalente al lontano 1999, oltre che dalla prosecuzione di politiche di sviluppo turistico che rendano sempre più attrattivo il territorio piemontese”. Conclude il Presidente: “Attenzione particolare dovrà essere riservata ai temi della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica delle imprese e dei territori. In quest’ultimo ambito le Ascom Confcommercio del Piemonte hanno attivato un servizio di analisi dei flussi pedonali e delle dinamiche commerciali nelle vie del commercio dei centri urbani, attraverso l’uso dei Big Data e dell’Urban Analytics, con l’obiettivo di contribuire alla programmazione degli eventi e delle campagne di marketing, al miglioramento dell’accessibilità dei luoghi e all’ottimizzazione degli interventi di arredo urbano”.



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