Questa mattina, 21 aprile 2025, giorno di Pasquetta, Papa Francesco si è spento alle 7.35. Con lui scompare non solo una guida spirituale per milioni di fedeli nel mondo, ma anche una voce autorevole per l’economia del nostro tempo, capace di leggere i processi globali con uno sguardo etico e profetico.
Jorge Mario Bergoglio, primo Papa gesuita, primo sudamericano sul soglio di Pietro, ha lasciato un segno indelebile anche nell’ambito dell’economia, delle politiche ambientali e della giustizia sociale. La sua riflessione ha influenzato pensatori, imprenditori, istituzioni e movimenti che si sono interrogati su modelli economici più giusti, sostenibili e umani.
Con l’enciclica “Laudato si’”, pubblicata nel 2015, Francesco ha ridefinito il rapporto tra uomo, economia e natura. In quel testo, oggi considerato fondamentale anche in ambito accademico e politico, il Papa parlava con chiarezza di “ecologia integrale”, denunciando un sistema economico cieco all’impatto ambientale e alla diseguaglianza sociale. Scriveva: «L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme». Un messaggio che ha preceduto e stimolato le agende climatiche globali e i programmi europei sulla transizione verde.
Francesco ha spesso ricordato che la crescita economica, se non accompagnata da equità, non può essere definita sviluppo autentico. Ha criticato l’economia dello scarto, la finanziarizzazione spinta, le logiche speculative e l’indifferenza delle multinazionali davanti alla povertà. «Questa economia uccide» è una delle sue frasi più forti, pronunciate contro le ingiustizie sistemiche e le disuguaglianze alimentate da modelli privi di etica.
Nel 2020 ha promosso l’iniziativa internazionale “The Economy of Francesco”, un movimento che ha coinvolto giovani economisti, imprenditori, attivisti e studiosi di tutto il mondo. A loro chiedeva un impegno concreto per rinnovare il pensiero economico attraverso giustizia, cooperazione e rispetto della persona. Incontri, forum, progetti concreti hanno preso forma da quell’appello, che ha risuonato anche nel Nordest produttivo, nei distretti del lavoro e nelle comunità d’impresa.
Anche nel mondo veronese, il messaggio di Papa Francesco ha trovato riscontro: numerose imprese locali hanno aderito a percorsi di sostenibilità, welfare aziendale, rigenerazione urbana e economia circolare, ispirandosi anche – dichiaratamente – alla visione contenuta in “Laudato si’” e successivamente in “Fratelli tutti”, enciclica del 2020 centrata sulla fratellanza e la cooperazione tra popoli.
In un momento storico attraversato da crisi ambientali, conflitti e precarietà, Papa Francesco ha saputo collegare fede, economia e giustizia, chiedendo a tutti – credenti e non – un’assunzione di responsabilità verso la Casa Comune. La sua è stata una voce controcorrente ma radicata nella realtà, profetica ma concreta, capace di parlare ai cuori e alle menti degli uomini d’impresa, dei lavoratori, dei giovani.
Oggi, mentre il mondo si raccoglie nel lutto, è tempo anche di rileggere e attualizzare la sua eredità economica e sociale. In un’epoca in cui l’impresa è sempre più chiamata a dare risposte etiche e sostenibili, le parole di Papa Francesco restano un punto di riferimento, una guida e una sfida.
«Un vero approccio ecologico si trasforma sempre in un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri» (Laudato si’, 49). Una frase che oggi, nel giorno della sua scomparsa, risuona con ancora maggiore forza.
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