Autismo, una startup dell’Iit di Genova sta lavorando a un nuovo farmaco usando l’AI


Un nuovo potenziale farmaco che punta a migliorare le condizioni delle persone con autismo e altri disturbi del neurosviluppo è pronto per essere sperimentato sui pazienti. Si chiama Iama-6, esiste anche grazie all’intelligenza artificiale ed è stato creato da Iama Therapeutics, una delle 37 start-up dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, il centro di ricerca impegnato nella promozione dello sviluppo tecnologico del nostro paese.

Della molecola di Iama Therapeutics e delle attività dell’Iit si è parlato mercoledì 16 aprile alla Camera dei deputati nell’ambito della seconda Giornata nazionale del made in Italy. Un’iniziativa voluta dai deputati leghisti Alberto Luigi Gusmeroli (presidente della X commissione Attività produttive, Commercio e Turismo) e Simone Billi (componente della III commissione Affari esteri e Comunitari) e realizzata in collaborazione con l’Iit.

Autismo, il lavoro di Iama Therapeutics

La sperimentazione sui pazienti è la seconda fase dello studio clinico di Iama Therapeutics sulla molecola Iama-6. Una nuova tappa resa possibile dal finanziamento da 15 milioni di euro guidato da Indaco venture partners Sgr, Fondazione Enea tech e biomedical, Claris ventures Sgr e Cdp venture capital Sgr.

La prima fase – avviata circa cinque anni fa grazie allo stanziamento di 12 milioni di euro – ha riguardato la somministrazione a volontari sani e ha dimostrato che il composto è sicuro e non ha effetti tossici sull’organismo. Non solo: è anche in grado di modulare (ovvero regolare) l’attività cerebrale. Un aspetto fondamentale della ricerca dato che condizioni come autismo, sindrome di Down ed epilessia possono derivare dalla disregolazione di una proteina chiamata NKCC1, presente nel cervello.

Sentiti da Wired, i due fondatori di Iama Therapeutics Laura Cancedda e Marco De Vivo hanno parlato del lavoro svolto e delle prossime tappe da percorrere. Cancedda spiega che, nonostante la soddisfazione per il nuovo finanziamento e l’apertura di una nuova fase della ricerca, quella che abbiamo davanti è la parte più difficile di tutto il percorso. “Al momento non si possono fare previsioni su quando avremo i risultati finali. Adesso bisogna fare ulteriori studi che permettano il passaggio dalla fase uno alla fase due che, tra le altre cose, comprende l’arruolamento dei pazienti” disposti a sperimentare il farmaco contro l’autismo.



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