Come andrà l’economia della Germania (e dell’Ue). Report


La situazione in Germania, tra elezioni e inflazione. L’analisi dello Schroders Economics Team.

Continuiamo ad aspettarci uno scenario di stagflazione nell’Eurozona, dove una lieve ripresa della crescita sarà sostenuta da consumi più forti, ma gli investimenti rimarranno contenuti. Con l’inflazione che resta elevata, la Bce dovrebbe effettuare solo due ulteriori tagli dei tassi quest’anno.

Abbiamo nuovamente abbassato le nostre previsioni di crescita per il 2025 dall’1,2% all’1,1%, e prevediamo che la crescita aumenterà all’1,5% nel 2026. I consumatori sono rimasti cauti lo scorso anno, poiché l’incertezza politica in Francia e Germania ha spinto al rialzo il tasso di risparmio. Tuttavia, prevediamo una ripresa ciclica nei prossimi trimestri, con tassi di interesse più bassi e redditi reali elevati a sostegno della spesa delle famiglie. L’ultimo sondaggio della Bce sui prestiti bancari mostra che la crescita dei prestiti ha iniziato lentamente a riprendersi, sia per le famiglie che per le imprese. Ancora più importante, il sondaggio ha mostrato che le banche si aspettano un notevole miglioramento della domanda di mutui nel primo trimestre, segnalando una ripresa della crescita economica all’inizio di quest’anno.

Ci aspettiamo che i consumi faranno gran parte del lavoro, mentre il contributo degli investimenti in immobilizzazioni dovrebbe rimanere basso quest’anno. I recenti sondaggi suggeriscono che le elezioni tedesche potrebbero avere un esito chiaramente positivo con la formazione di una grande coalizione tra i partiti tradizionali. In questo scenario, un clima politico più stabile potrebbe far aumentare la fiducia economica e dare ulteriore impulso alla spesa delle famiglie.

Tuttavia, le questioni strutturali che interessano il settore manifatturiero tedesco rimarranno irrisolte quest’anno, mentre l’incertezza sulle prospettive commerciali e sui dazi peserà ulteriormente sulle decisioni di investimento delle imprese. Le misure di politica economica non dovrebbero avere effetto prima del 2026, poiché i negoziati per la coalizione richiederanno mesi. Un rischio fondamentale è che il partito di estrema destra AfD o i piccoli partiti di sinistra ottengano voti sufficienti per entrare in parlamento, portando a una maggiore frammentazione. In tale situazione, la CDU/CSU dovrebbe creare una coalizione a tre per assicurarsi la maggioranza dei seggi. Questo tipo di coalizione sarebbe meno stabile, il che potrebbe ostacolare la capacità del governo di rispondere rapidamente alle questioni economiche. Anche le politiche commerciali di Trump rappresentano un rischio per la crescita. Per quanto ci aspettiamo un accordo negoziato tra l’UE e Trump, ci vorranno mesi per finalizzarlo e una maggiore incertezza sulle politiche commerciali globali continuerà a pesare sul sentiment delle imprese.

Abbiamo aggiornato la nostra previsione sull’inflazione headline per il 2025 dal 2,2% al 2,4% su base annua, sulla scia dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari, mentre continuiamo a prevedere che l’inflazione core resterà elevata, al 2,3%. Anche l’inflazione dei servizi sembra destinata a rimanere alta, poiché la resilienza del mercato del lavoro consente ai sindacati di mantenere un forte potere contrattuale nelle trattative salariali. In particolare, la Germania sta entrando in un periodo critico di trattative salariali, in un momento in cui sia l’inflazione che le aspettative di inflazione sono in aumento.

La Bce ha assunto un atteggiamento più accomodante, spostando la sua attenzione dall’inflazione elevata alla crescita lenta. Pur avendo modificato le nostre previsioni per includere un ulteriore taglio dei tassi, manteniamo ancora una posizione relativamente aggressiva sui tassi di interesse. Prevediamo che la Bce smetterà di tagliare i tassi a giugno, mantenendo il tasso di deposito al 2,25%. Al contrario, i mercati si aspettano che la Bce ridurrà il tasso di deposito al di sotto del 2%.



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